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Two workers in overalls holding documents and looking at them in the premises of the factory

5 tecnologie per il risparmio energetico nei processi industriali

5 tecnologie per il risparmio energetico nei processi industrialiQuando si parla di tecnologie per il risparmio energetico nei processi industriali si pensa subito (e solo) alle energie rinnovabili,  e in particolare al fotovoltaico. In realtà di tecnologie per risparmiare energia nel comparto dell’industria leggera, media e pesante ne esistono moltissime, dalle più semplici alle più complesse e sofisticate. Pensiamo ad esempio all’illuminazione con LED di ultima generazione, o all’uso di inverter per ottimizzare i consumi energetici. In questo articolo abbiamo scelto 5 fra le tecnologie più accattivanti per il risparmio energetico nei moderni processi industriali. Conoscerle è un primo passo lungo la strada della riduzione dei consumi e quindi dei costi, con l’obiettivo di rendere l’azienda più efficiente e competitiva.

1) RISPARMIO ENERGETICO CON L’ILLUMINAZIONE A LED

Proprio l’illuminazione a LED rientra fra gli investimenti “facili” perché economici e con payback interessante. L’intervento prevede la sostituzione delle lampade tradizionali (a fluorescenza, incandescenza, neon ecc) con sistemi LED all’avanguardia, incluse le strip LED. A proposito di incentivi, si veda l’articolo pubblicato sul nostro stesso blog riguardante i Certificati bianchi per illuminazione a LED.

2) RISPARMIO ENERGETICO CON IL SOLARE TERMICO

Anche il solare termico, alla pari del fotovoltaico, è un ottimo investimento per alimentare i processi industriali senza pesare sull’ambiente e sul portafoglio. Scaldare l’acqua a uso sanitario o quella impiegata per i macchinari significa tagliare i costi del gas, con un risparmio immediato e sensibile sul budget.

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Pile of documents on gray reflection background. Many graphs and charts. Concept image of data gathering.

Certificazione energetica per aziende energivore: come fare

Certificazione energetica aziende energivoreLa certificazione energetica per le aziende energivore è uno strumento fondamentale per ottimizzare i costi. Come abbiamo già avuto modo di vedere, acquisire lo status di impresa energivora garantisce vantaggi importanti, a prescindere dalle dimensioni aziendali. Il Decreto Legge 22 giugno 2012 n. 83 (detto anche “Decreto Sviluppo”) ha infatti individuato un nuovo indice di “energivorità”, che non si basa più soltanto sull’energia consumata, ma sul peso della spesa energetica rispetto al fatturato. Si tratta di una modifica sostanziale, perché consente anche a imprese medio-piccole di accedere alle agevolazioni sulle accise e sugli oneri di sistema, con conseguenti tagli in bolletta fino al 6-7%. Diventare impresa energivora impone un audit energetico obbligatorio, da rinnovare periodicamente per non incorrere in sanzioni che possono andare da 4.000 € a 40.000 €. Una valida alternativa all’audit consiste nell’affidarsi alla certificazione energetica per aziende energivore secondo i sistemi ISO 50001, EN ISO 14001 o EMAS. Scopriamo nel dettaglio entrambe le possibilità.

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male inspector looking at screen with operator in warehouse

Energy tutor: il monitoraggio dei costi energetici aziendali

Energy tutor al lavoroTra le figure che si occupano di efficienza energetica aziendale, l’energy tutor è senza dubbio una delle più richieste. Compito di un bravo energy tutor è quello di monitorare i consumi delle imprese (luce e gas ma non solo) e mettere in pratica soluzioni mirate all’ottimizzazione e al risparmio. Negli ultimi anni si sono diffusi anche dispositivi progettati per svolgere il compito di monitoraggio, con funzionalità avanzate di controllo e decisione attiva. In questo caso, tuttavia, parlare di energy tutor può risultare fuorviante, perché manca la parte strategica legata alla pianificazione di lungo periodo, fattore questo peculiare in ambito di energy management ed energy tutoring. Senza pianificazione, viene anche meno l’utilità di conoscere la situazione attuale dei consumi. I due aspetti dunque sono in stretto rapporto l’uno con l’altro e consentono di gestire al meglio le risorse energetiche con vantaggi concreti e duraturi. Vediamo come.

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Variable speed drive inverter converter, unit for voltage stabilization

Inverter industriali: l’investimento che pochi conoscono

Inverter industrialiTra le soluzioni di risparmio energetico aziendale, alcune appaiono scontate, vedi i pannelli fotovoltaici, altre risultano meno ovvie, ad esempio il recupero delle accise non dovute. Nel secondo gruppo rientrano anche i motori e gli inverter industriali per l’efficienza energetica. Non sono in molti a conoscere questo tipo di dispositivi avanzati, eppure i benefici restano assodati. Eppure, si tratta di uno dei tanti investimenti che una moderna impresa dovrebbe mettere in conto nel momento in cui decide di intraprendere una politica di riduzione dei consumi. Ad oggi il mercato offre decine di modelli di inverter industriali, che differiscono per dimensioni, performance, costi, tecnologie e funzionalità. Minimo comune denominatore è il vantaggio garantito, che si può riassumere in un migliore controllo sui motori dei macchinari, con effetti positivi in termini di fabbisogno energetico, usura e costi. Vediamo nel dettaglio perché.

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Portrait of an handsome businessman

Consulenza vs audit energetico: le 5 differenze principali

Consulenza vs audit energeticoLe aziende che desiderano intraprendere un percorso di efficientamento energetico si trovano di fronte a due possibilità: la consulenza semplice o l’audit. Se l’obiettivo di entrambe è fornire risposte chiare in merito alle strategie da adottare, gli strumenti, le tempistiche e le condizioni previste per la consulenza energetica o per l’audit sono ben diverse. La normativa, tanto per cominciare, disciplina solo l’audit (divenuto fra l’altro obbligatorio per determinate aziende a partire da dicembre 2015), mentre la consulenza rimane un servizio libero e non regolamentato, che viene offerto sia da professionisti qualificati sia da figure non prettamente specializzate in energy management. Per non commettere errori è importante scegliere bene a chi rivolgersi, verificando requisiti come la Certificazione ESCo (Energy Service Company). Ma vediamo nel dettaglio cosa aspettarsi da una consulenza e da un audit in 5 punti.

1) PANORAMICA GENERALE VS DIAGNOSI COMPLETA

La prima differenza importante fra consulenza e audit è nel risultato. Da una parte, a conclusione della consulenza avremo una panoramica generale delle criticità e di ciò che si può fare per migliorare la situazione. Dall’altra, l’audit energetico ci permetterà di valutare i risultati di quella che è, a conti fatti, una vera e propria diagnosi, valida per impostare una politica di ottimizzazione energetica di lungo periodo.

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Expensive energy and power consumption concept. Coins in front of electricity meter.

Fornitura energia elettrica per aziende: quale conviene

Fornitura energia elettrica per le aziendeDecidere la migliore fornitura di energia elettrica e gas per le aziende non è affatto semplice. Gli aspetti da considerare sono molteplici e un errore di valutazione può determinare costi supplementari che nel lungo periodo pesano sul bilancio. Potrebbero esserci ad esempio le famigerate accise sull’energia elettrica non dovute e per le quali andrebbe subito richiesta l’esenzione. O magari sono tariffe applicate dalla società che si occupa della fornitura, per vie traverse e in modo poco trasparente. La maggioranza di imprenditori non è a conoscenza delle pratiche adottate dai grandi e piccoli player attivi nel mercato dell’energia elettrica e del gas, e questo li porta a optare per la fornitura che appare più vantaggiosa, scoprendo solo in seguito che la convenienza si esaurisce nel giro del primo anno. Come fare dunque per ottimizzare le spese?

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La verità sulle accise per l’energia elettrica in azienda

Accise per l'energia elettrica aziendaleIncredibile ma vero. Molte aziende italiane, senza saperlo, pagano accise NON DOVUTE per il consumo di energia elettrica. Un fatto assodato, di cui solo pochi sono a conoscenza. Eppure basterebbe una semplice consulenza energetica con una società ESCo (Energy Service Company) per definire se sussistono le condizioni per richiedere le corrispondenti agevolazioni. Condizioni che si riducono in sostanza allo status di azienda “energivora”, e cioè di azienda con forti consumi. In altre parole, le imprese che rientrano nella definizione di azienda energivora ai sensi del DM 5 aprile 2013 possono essere esonerate dal pagamento di accise (tasse) non dovute. Un’occasione di risparmio importante, soprattutto perché non richiede interventi strutturali o investimenti di alcun genere. Ma vediamo meglio in cosa consiste questa opportunità e come procedere per non pagare.

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7 valide soluzioni per ridurre i costi fissi aziendali

7 valide soluzioni per ridurre i costi fissi aziendaliDi come sia possibile ridurre i costi fissi aziendali (e risparmiare) abbiamo già parlato l’anno scorso con dovizia di particolari. Oggi affrontare l’argomento da un’altra prospettiva, offrendo idee concrete e valide soluzioni applicabili da chiunque per ridurre da subito – e a volta senza alcun investimento – i costi fissi aziendali. Costi che nel nostro caso sono legati al consumo (o per meglio dire allo spreco) di energia elettrica. Non ci riferiamo alla solita autoproduzione di energia pulita con pannelli fotovoltaici, né al riscaldamento ottenibile con un impianto solare termico, entrambe alternative valide ma che obbligano a investimenti di un certo calibro. Le soluzioni per ridurre i costi fissi che vogliamo proporvi sono altre, e spesso, per la maggior parte, poco note. Partiamo dalla prima: le agevolazioni sulle accise non dovute.

1) AGEVOLAZIONI SULLE ACCISE PER LE AZIENDE ENERGIVORE

Pochi lo sanno, ma in Italia esiste una normativa che prevede agevolazioni sulle accise relative all’energia elettrica. Accise che non sono dovute nel caso delle aziende energivore, ovvero delle aziende con forti consumi di energia elettrica. Una soluzione questa che permette di ridurre i costi fissi in tempi rapidi e a costo zero.

2) CAMBIARE FORNITORE DI ENERGIA ELETTRICA

Un sistema efficace per ottenere sensibili risparmi sui costi fissi è quello di cambiare fornitore di energia. Il mercato libero gioca in questo senso un ruolo importante: la competizione fra le varie imprese porta a ridurre le tariffe, garantendo margini di risparmio interessanti, in molti casi decisamente più elevati rispetto alla fornitura in essere.

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Audit energetico in azienda: come, quando e perché

Audit energetico in aziendaDal 5 dicembre 2015 l’audit energetico è diventato obbligatorio per le grandi aziende e per le aziende energivore, ovvero per quelle imprese con un volume di affari e un consumo di corrente elettrica notevoli. A stretto giro sono arrivati diversi chiarimenti in merito all’audit energetico e alle aziende interessate dal decreto 106/2014. Per quanto riguarda la definizione di “grandi” aziende, vengono classificate come tali, a prescindere da altri elementi, le aziende con più di 250 dipendenti, o quelle il cui fatturato annuo sia superiore a 50 milioni di euro. Nella categorie aziende energivore rientrano invece le aziende con un utilizzo di almeno 2,4 GWh di energia elettrica nell’anno di riferimento, oppure con un rapporto tra costo effettivo dell’energia elettrica e fatturato pari almeno al 2%, o ancora con un codice ATECO prevalente riferito ad attività manifatturiera. Vista l’obbligatorietà dell’audit energetico, cerchiamo di capire come e quando farlo.

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Certificati bianchi per la cogenerazione ad alto rendimento

Certificati bianchi per cogenazione ad alto rendimentoSe scriviamo Cogenerazione ad Alto Rendimento su Google, il primo risultato che compare porta al sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), punto di riferimento per la distribuzione e amministrazione dei certificati bianchi in Italia. Nella pagina Cogenerazione ad Alto Rendimento si legge che Per le unità di cogenerazione riconosciute CAR è previsto l’accesso al sistema dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) o certificati bianchi, secondo le condizioni e le procedure stabilite dal Decreto ministeriale 5 settembre 2011. La cogenerazione ad alto rendimento, in altre parole, permette di ottenere un determinato numero di certificati bianchi e ammortizzare di conseguenza l’investimento. Alla riduzione dei consumi e dei costi garantita da questa tecnologia si aggiunge quindi il beneficio di ottenere titoli di efficienza energetica per un valore pari alle Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP) risparmiate. Vediamo nel dettaglio come funziona questa opportunità di business.

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