Esenzione accise sull’energia elettrica aziendale

Esenzione accise energia elettricaTra le occasioni di risparmio che le imprese italiane dovrebbero considerare, vale la pena citare le accise sull’energia elettrica aziendale. Un costo superfluo per moltissime attività in quanto la legge prevede, per determinati utilizzatori di energia, l’esenzione dal pagamento delle relative accise. Come previsto dal Testo Unico delle Accise (D.Lgs. 26/10/1995 n. 504) all’art. 52 comma 2, l’elenco include le aziende impegnate nella riduzione chimica, nei processi elettrolitici e nei processi metallurgici, nei processi mineralogici e nella realizzazione di prodotti sul cui costo finale, calcolato in media per unità, incida per oltre il 50 per cento. Tra le attività interessate dall’agevolazione citiamo a titolo di esempio chi si occupa di produzione di alluminio e semilavorati, fusione di acciaio, fusione di metalli leggeri, fabbricazione di prodotti refrattari, riparazione di articoli in vetro, produzione di cemento, di calce, di gesso, di malta, di prodotti abrasivi…

In base al loro codice ATECO, cementifici, marmisti, vetrai, siderurgia e altre aziende pagano delle accise sull’energia elettrica che non sono dovute. Esiste tuttavia la possibilità, a fronte di una pratica condotta con l’agenzia delle dogane, di ridurre o abbattere del tutto questa accisa, che incide per il 6-7% del totale sulle spese. È inoltre possibile recuperare le accise versate negli anni passati. Quello che si deve fare è modificare la quota di consumo da escludere dall’applicazione dell’accisa, per cui diventa necessario molte volte installare dei contatori e dei sottocontatori. Occorre inoltre compilare il modulo di agevolazione e allegare la documentazione utile per dare corso al procedimento (schema unifilare dell’intera rete elettrica, verbale dell’Ufficio dell’Agenzia, ecc).

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Piano energetico aziendale: modalità e vantaggi

Piano energetico aziendalePredisporre un piano energetico aziendale significa studiare i consumi di energia elettrica e gas di un’impresa, avendo come obiettivo il conseguimento di un maggior risparmio e di una migliore efficienza. Al di là di quelli che sono gli obblighi della diagnosi energetica industriale, qualsiasi azienda, grande o piccola che sia, può rivolgersi a un consulente esterno e richiedere l’analisi dei propri consumi, nell’ottica di pianificare e in seguito mettere in pratica un piano energetico più o meno duraturo. La flessibilità è un requisito importante per rispondere alle esigenze imprenditoriali dell’azienda. Il piano energetico non deve per forza prendere in considerazione tutti i consumi, ma può essere suddiviso per settori (magazzino, officina, distribuzione), fonti (riscaldamento, condizionamento dell’aria, carburante), priorità (isolamento termico, cambio di fornitura), ecc ecc…

Benefici di un piano energetico aziendale nel breve e lungo termine

Molti imprenditori ritengono erroneamente che i benefici di un piano energetico aziendale si possano misurare solo nel lungo periodo. In realtà si può parlare di benefici di breve e lungo termine. Tra i primi troviamo ad esempio il cambio di fornitura di energia elettrica e gas, un intervento semplice e immediato, che permette di risparmiare da subito usufruendo delle migliori offerte su luce e gas. Ci sono poi diverse agevolazioni che le aziende hanno facoltà di richiedere o a livello regionale o a livello statale, in primo luogo i certificati bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica), grazie ai quali una maggiore efficienza nei consumi si traduce in un incentivo economico tangibile.

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Analisi dei consumi energetici nei fabbricati industriali

Analisi consumi fabbricatiDopo aver visto in cosa consiste l’obbligo di diagnosi energetica industriale, parliamo ora di consumi energetici nei fabbricati industriali in generale, considerando i possibili vantaggi di un’analisi nei medi e grandi stabilimenti. Innanzitutto distinguiamo le diverse voci che incidono sul bilancio energetico, ovvero sul totale dei consumi di un fabbricato industriale. A fare la parte del leone sono quasi sempre i macchinari. Che siano linee di produzione di bombole del gas o cesoie/bordatrici per la lavorazione della lamiera, le isole e gli impianti automatici o semi automatici consumano notevoli quantità di energia. L’intervento consigliato in questo caso è l’ammodernamento del parco macchine: se in fase di analisi del fabbricato industriale dovesse emergere la convenienza di acquistare nuovi macchinari, sarà opportuno valutare l’opzione e assicurarsi così minori consumi.

L’alternativa al taglio dei consumi è la diminuzione della dipendenza energetica. Qui le strade da percorrere sono due, entrambe sicure e collaudate. La prima è l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto del fabbricato industriale. L’energia fotovoltaica prodotta andrà a ridurre il fabbisogno del capannone, con ripercussioni positive sulla bolletta per almeno 20 anni. La seconda strada, ammesso che in fase di analisi ne emerga il beneficio, è quella del solare termico, vale a dire l’autoproduzione di energia per il riscaldamento dell’acqua. Sappiamo bene come l’acqua calda non serva solo nel bagno ma anche e soprattutto in un eventuale sistema di riscaldamento invernale radiante, così come per alimentare gli stessi macchinari.

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